Opere
AmbrogioCi interessa soltanto, al termine di questa introduzione alla lettura di alcune opere del Santo, cogliere le punte più alte della sua spiritualità, ove vibra la sua anima candida e innamorata, e la dolcezza della parola diventa solido alimento spirituale, dispensando «l’adipe del frumento, la letizia dell’olio, la sobria ebbrezza del vino».
E il primo elemento di questa, diciamo così, mistica di Ambrogio è il culto della Sacra Scrittura. Sant’Agostino, appunto, nel parlarci del fascino che il vescovo esercitava con la sua predicazione, ce lo tratteggia mentre, «rimosso il mistico velame, interpretava spiritualmente» le narrazioni scritturali, anche quelle il cui senso letterale era men che edificante (Conf., VI, 4, 6). È il caratteristico metodo dell’esegesi allegorica ambrosiana, che occupa la parte predominante della sua opera di oratore e di scrittore: e proprio qui, anzitutto, Ambrogio rivela le sue doti di mistico caldo e profondo.
È stato giustamente notato che Ambrogio fu necessariamente portato in questa direzione dalle stesse esigenze del ministero episcopale, che gli imponeva in primo luogo l’ufficio di maestro: «e poiché in quel tempo non si concepiva insegnamento della Chiesa che non fosse fondato nella Scrittura, ricavato da essa, dimostrato attraverso di essa, così il suo magistero diventava discorso esegetico, e l’esegesi si faceva discorso spirituale».